Da tempo desideravo scoprire e/o conoscere meglio i sentieri di collegamento tra il Monte Zucco e il Pizzo Cerro, partendo da Catremerio, passando ovviamente dal Crosnello, che già ben conosco, e dal sentiero dei 4 roccoli che non posso tralasciare.
Colgo l’annunciata bella giornata del 22 ottobre 2021 che mi offrirà i bei caldi colori autunnali dei boschi.
Raggiunto, partendo da Zogno, Catremerio (988 m), lascio l’auto in uno slargo sopra la chiesa.
Imboccato il sent. 595, lo salgo per breve tratto per deviare, al primo bivio, sul sentiero di destra (non segnalato) che mi porta a raggiungere in poco tempo la contrada di Crosnello (Crösnel), a 1094 m., di rara bellezza paesaggistica e di notevole interesse storico-architettonico che sorge su un piccolo costone roccioso, circondata da pascoli, costituita da poche case e stalle in pietra, che risalgono al ’500, abitata solo da pochi contadini-mandriani dediti all’allevamento di mandrie al pascolo.
Dal Crosnello salgo al Passo di Crosnello (1113 m) dove sorge una caratteristica antica cappelletta (Tribulina).
Imboccato a dx il sentiero 506 per il Monte Zucco (1.40 ore) lo percorro per la prima volta.
Il sentiero, contrassegnato da bolli tondi gialli, per buon tratto si sviluppa in falsopiano ed in saliscendi nel bosco di latifoglie con prevalenza di faggi e carpini neri colorati d’autunno, passando prima da una cascina–stalla ormai in disuso-rovina per proseguire in lieve salita fino alla verde radura del ‘Fo’, dove incontro il mandriano proprietario della stalla e dei prati attigui, che mi informa che alleva sette asinelli e me li fa vedere.
Vedo due asinelli al pascolo, mamma con piccolo di soli sei mesi, mentre gli altri 5 asinelli escono anch’essi dalla stalla al richiamo del mandriano.
Mi intrattengo un momento ad osservare queste belle creature ed a fotografarli.
Proseguendo poi sul sent. 506 in saliscendi, incuriosito da un capanno posto su un’altura, lo vado a scoprire.
Non c’è nessun cacciatore presente e nelle gabbie posso vedere solo un tordo cinguettare.
Ora il sentiero in decisa salita corre sui fianchi scoscesi, boscosi ed ombrosi del versante nord dello Zuccone dell’arco (1262 m) per poi ben presto discendere sui fianchi meno ripidi e soleggiati del versante sud della montagna.
I boschi di prevalente faggeta esposti al sole sfoggiano smaglianti caldi colori autunnali.
Ad un importante bivio, anziché proseguire a dx in lieve salita come avrei dovuto, devio a sx tratto in inganno da sentiero in lieve discesa che penso ora di dover fare per abbassarmi di quota, dopo un buon tratto mi avvedo di non ritrovare, come prima, i soliti bolli gialli del sent. 506, mi accorgo di non essere sul sentiero numerato 506.
Comunque non torno indietro curioso di capire dove quella variante seguita mi porta.
Discesi bei pratoni su labile traccia nell’erba, superato l’ennesimo capanno, ad un certo punto mi compare davanti la ben nota sagoma del Monte Zucco!
Capisco a quel punto che quel sentierino è una variante-scorciatoia per raggiungere più brevemente il Monte Zucco, senza passare dal Rifugio Monte Zucco seguendo la normale traccia del sent. 506 dai bolli gialli.
Discendo quindi a riprendere il sent. 506 e risalgo la ben conosciuta abituale salita che mi porta in vetta al Monte Zucco (1232 m).
Sono alla croce di ferro di circa venti metri, progettata dall’arch.Alberto Fumagalli, realizzata con molta abilità dai Soci del G.E.S.P., utilizzando pezzi di traliccio elettrico. Accanto alla croce è costruita, sempre dai Soci del GESP, una cappella in cemento con vetri di Murano a ricordo dei Sacerdoti di S. Pellegrino, mons. Lorenzo Dossi e don Giuseppe Falconi.
Col cielo sereno e buona visibilità, è spettacolare il panorama di vetta sulla sottostante, a picco, S. Pellegrino Terme e verso S. Giovanni Bianco, la media Valle Brembana e verso le Orobie.
Consumo il pranzetto di vetta godendomi lo splendido panorama e un po’ di riposo.
Dopo prolungata sosta in vetta al Monte Zucco nel primo pomeriggio scendo al Rif. Monte Zucco ai Foppi (1150 m), dove, poco oltre, al bivio, continuo nell’anello programmato, lasciando a sx il sent. 505 in discesa a S. Antonio Abbandonato per prendere a dx il ben segnalato sentiero 506 in direzione Passo Crosnello e Pizzo Cerro.
Risalgo quindi il sent. 506 con i bolli gialli sui fianchi soleggiati dello Zuccone seguendolo fedelmente fino a riconoscere il bivio dove avevo sbagliato, anche se lo sbaglio mi aveva consentito di raggiungere lo Zucco più brevemente.
Ripercorro quindi il sent. 506 dai bolli gialli osservando con attenzione i vari passaggi e godendomi i bellissimi caldi colori autunnali soprattutto dei faggi baciati dal sole pomeridiano.
Ripasso poi alla stalla del ‘Fo’ a salutare gli amici asinelli e mi faccio anche un selfie oltre alle foto normali.
Rientrato quindi al Passo del Crosnello incontro Massimiliano, proveniente di corsa da S. Giovanni Bianco, che, adattandosi al mio passo normale, mi accompagna fino al Pizzo Cerro.
Insieme, visto che non ci sono cacciatori in giro, percorriamo il bellissimo sentiero dei quattro storici roccoli (Ol Rocol de la Tribülina, Ol Ruculì, Ol Ruculù, Ol Rocol di Spadì -1153 m) collocati in un vero grande giardino di arte botanica nelle splendide strutture 'architettoniche' delle piante che attorniano i roccoli.
Dal roccolo’Spadì’ saliamo al Rif. ‘I Lupi’ (di Brembilla) – 1270 m e in vetta al Pizzo Cerro (1295 m) con la bella cappelletta dedicata alla Madonna.
Qui purtroppo per sopravvenute nebbie tardo-pomeridiane, i bei panorami attesi ci sono negati.
Dopo breve sosta, visto che le nebbie non si diradano, scendiamo per rientrare, Massimiliano, a S. Giovanni Bianco ed io a Catremerio dove ho lasciato l’auto.
Ripassato quindi al Roccolo ‘Spadì’, seguendo il sent. 595, scendo a Catremerio concludendo una bella escursione sui monti sopra casa, che mi ha permesso di percorrere e conoscere al meglio i sentieri di concatenamento tra gli amati Monte Zucco e Pizzo Cerro, saliti il più delle volte in modo separato.
Le prossime volte saprò come gestire al meglio il percorso, abbreviandolo ulteriormente ricorrendo a varianti-scorciatoie oggi scoperte! |